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L'EDITORIALE DEL DIRETTORE PER UN GIORNO

Scrivere le notizie vivendo le emozioni

Giulio Rapetti Mogol

22 Luglio 2025, 10:36

Scrivere le notizie vivendo le emozioni

Il direttore per un giorno Mogol davanti la sede centrale del Corriere dell'Umbria (Foto: Belfiore)

Quando Sergio Casagrande mi ha proposto di diventare “direttore per un giorno” del Corriere dell’Umbria e di tutte le testate del Gruppo Corriere, ho detto subito . Confesso: la tentazione era troppo forte.
Nella mia vita ho scritto centinaia di canzoni, ho insegnato a usare le parole per arrivare dritti al cuore. Ma firmare un quotidiano – anzi, più quotidiani, siti, supplementi e persino una radio – è tutta un’altra musica.
Non ho mai diretto un giornale. E non mi ero mai occupato direttamente di giornalismo. Ma la curiosità è uno dei motori dell’arte. E stavolta mi ha portato dentro una redazione, tra riunioni fitte, discussioni accese, decisioni rapide e mille dettagli da tenere sotto controllo.

Un lavoro complesso, pieno di responsabilità. Eppure, proprio come quando si scrive una canzone, anche qui si lavora con le emozioni. Con la verità. Con le storie che ci attraversano e ci parlano.
Ecco, oggi le pagine di questo quotidiano che portano il mio nome sono il frutto di questo straordinario viaggio. E voglio raccontarvi alcune delle scelte che ho fatto, con lo stesso spirito con cui si sceglie un verso o una melodia: cercando il significato profondo, quello che parla alle persone.
Per il Corriere dell’Umbria ho trovato molto interessante l’approfondimento sugli incassi che i Comuni ottengono dalle sanzioni per infrazioni stradali.

Un tema importante e – diciamolo – ancora troppo poco trasparente. Perché se davvero quei soldi servono a migliorare la sicurezza, benissimo. Ma se diventano solo una tassa occulta, allora qualcosa non torna.
La legge dice una cosa precisa: quelle risorse devono servire a rendere le nostre strade più sicure. È un principio di giustizia. E, forse, se ci fosse maggiore chiarezza, i cittadini sarebbero anche meno arrabbiati quando ricevono una multa.
Ma il tema che più mi ha colpito è quello dello stato dell’aria di Terni.
L’inquinamento atmosferico non è solo un problema locale: è una ferita aperta nel cuore verde d’Italia. Perché l’Umbria è un giardino, e come ogni giardino va curato, protetto, difeso.

Mi permetto anche di lanciare uno slogan, nato da un pensiero che coltivo da tempo: “L’Umbria, giardino d’Europa”. Un’idea da promuovere a livello internazionale. Un brand che valorizzi ciò che questa terra ha di più prezioso: la natura, l’ambiente, la bellezza autentica. Ma per farlo davvero, l’aria deve essere pulita.

Per questo l’invito che rivolgo alle Acciaierie è chiaro: massima attenzione alla salute dei cittadini. E investimenti sempre più decisi sulle nuove tecnologie che riducano l’impatto ambientale. Zero compromessi, perché l’aria che respiriamo è vita.
C’è poi un altro nodo cruciale: il lavoro. Le tante vertenze aperte in Umbria meritano la massima attenzione. Perché parlare di occupazione significa parlare di dignità, di futuro, di famiglie. I giornali devono esserci. Devono raccontare, approfondire, pungolare. E devono farlo ogni giorno.

Lo stesso vale per i conflitti internazionali. Ho invitato la redazione a non abbassare la guardia sulla situazione a Gaza.
La sofferenza va raccontata. Sempre.
Israele ha subito un’aggressione durissima, ma le risposte che stanno arrivando rischiano di travolgere tutto. Le recenti parole di Trump, che pare iniziare a prendere le distanze da alcune scelte di Netanyahu, vanno osservate con attenzione.
L’equilibrio in Medio Oriente è fragile. E ogni voce che invita alla misura va ascoltata.

Passando alle edizioni locali, per il Corriere di Arezzo ho scelto di dare risalto al dibattito sulle “Torri” in progetto. Quando i cittadini protestano, bisogna ascoltarli.
Le decisioni urbanistiche toccano il volto delle città. E i giornali devono essere lo specchio di questo confronto.
Sempre per il territorio di Arezzo, la notizia degli euro falsi in circolazione mi è sembrata importante: un pericolo concreto, che riguarda tutti e che può colpire i più fragili o i più distratti.

Per il Corriere di Siena, il tema della povertà è centrale.
C’è chi fa finta di non vedere, ma le storie che emergono sono reali e vanno raccontate. E va dato il giusto spazio anche all’arrivo del nuovo prefetto: istituzioni forti e vicine ai cittadini sono un presidio di legalità e di ascolto.
In chiusura, un pensiero personale.

Vivo in Umbria dal 1990. Dal 1992 dirigo il CET – Centro Europeo di Toscolano, una scuola di musica e di vita. Dal 2018 sono cittadino onorario di Avigliano Umbro.
Questa terra è la mia casa. Per questo, oggi, firmare in particolare il Corriere dell’Umbria è stato un onore profondo.
Ringrazio di cuore Sergio per avermi dato questa possibilità. E ringrazio la meravigliosa squadra che mi ha accolto con un sorriso e con una professionalità straordinaria. Siete tanti. Siete bravi. Siete veri.
E anche se domani tornerò a scrivere canzoni, conserverò questa giornata fra le più belle.
Perché anche la notizia, come la musica, può toccare il cuore. Basta saperla ascoltare. ```

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